Coriandolo: proprietà e benefici

La pianta del coriandolo è originaria delle zone del Mediterraneo e il suo uso in cucina era molto diffuso tra i popoli antichi dell’area. Paradossalmente, però, oggi è molto usata nella cucina orientale e sud americana e, grazie a queste tradizioni culinarie, questa pianta è stata riscoperta anche alle nostre latitudini. 

Il nome coriandolo deriva dall’uso che dei suoi semi se ne fece in passato a Carnevale, fino a quando non furono sostituiti dagli attuali pezzi di carta colorati. Il coriandolo è noto anche come prezzemolo cinese o cilantro e appartiene alla stessa famiglia dell’aneto, del cumino, del finocchio e del prezzemolo. 

In cucina si possono usare sia le foglie del coriandolo che i suoi semi. Vediamo adesso gli usi culinari, per poi capire proprietà e benefici di questa pianta.

Usi culinari del coriandolo

Le foglie del coriandolo sono molto simili visivamente a quelle del prezzemolo, ma il sapore differisce completamente, e tende più al “piccante”. Possono essere usate per insaporire zuppe, minestroni ma anche carne o pesce. I semi del coriandolo invece sono una spezia e hanno un sapore dolce e tendente agli agrumi. Anche questi possono insaporire carne e pesce, e vengono adoperati nella preparazione di biscotti e dolci. I semi di coriandolo vengono anche usati per preparare il curry. Sia le foglie che i semi possono essere adoperati per fare delle tisane.

Proprietà e benefici del coriandolo

Le proprietà benefiche del coriandolo sono numerose. Innanzitutto questa pianta può avere un ottimo effetto sul nostro apparato digestivo. In caso di meteorismo o spasmi intestinali, le sue proprietà antifermentative aiutano enormemente l’intestino. Stimola inoltre la secrezione gastrica, favorendo quindi la digestione nella sua totalità. 

Altra importante proprietà del coriandolo è quella di allievare emicranie e mal di testa. Una caratteristica quasi unica di questa pianta, invece, è la sua capacità di purificare l’organismo dal mercurio, essendo un chelante di questo metallo. Tuttavia per evitare che questa sostanza tossica venga riassorbita nell’intestino, va abbinata a un altro chelante, come la clorella.

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